In momenti di degrado politico, economico ed intellettuale come il nostro, l’espressione artistica di Mauro Nicora sembra condurci verso una nuova rinascita, recuperando il senso del bello nell’armonia delle forme e nel gusto per la perfezione.
Con questo ritorno al classicismo pare voler sfuggire alla minaccia del caos moderno alimentando nell’uomo l’equilibrio perduto per giungere a una forma più alta e più nobile dell’esistenza.
Le atmosfere dei dipinti del Nicora si ispirano al Caravaggio con la plasticità delle figure, evidenziate da una quasi teatrale illuminazione che sottolinea i volumi dei corpi scaraventati fuori dall’oscurità della scena. L’effetto finale è la rappresentazione di figure reali in spazi più o meno irrazionali, dipinti con la massima intensità e il più acuto verismo. In certi particolari rammenta persino il moderno iperrealismo. Il tutto è racchiuso in una cornice dipinta a trompe l’oeil su foglia d’oro zecchino, dove traspare l’abilità tecnica del grande decoratore. Da questa cornice, confine del quadro, fuoriesce a volte un elemento della rappresentazione (un panneggio, un fiore, una mano, un piede); idealmente simboleggia l’oltrepassare i confini imposti, i propri limiti.